Quando venne costruito, nel 330 durante il regno del Re Piryu (比流王, 비류왕, ??-344, r.304–344) del regno di Paekche (百濟, 백제, 18 BC-660 AD), il bacino Pyokkolje a Kimje (金堤市, 김제시), nella provincia settentrionale del Cholla (全羅北道, 전라북도), deve essere stato un grande lavoro di ingegneria idraulica. La diga, lunga 3.3 km e’ considerata l’inizio della coltivazione del riso nella zona.
Pyokkolje. Changsaenggo. Cio che rimane di una delle due porte del bacino
Con la sua lunghezza di 33 km il bacino Saemangum (새萬金, 새만금, Diga Marina di Mangum), non lontano dal bacino Pyokkolje, e’ 10 volte piu’ lungo, ma la sua costruzione non e’ stata certamente cosi’ difficile come quella del Pyokklje avvenuta 1700 anni fa. Il Saemangum e’ previsto per reclamare terreno nell’estuario Mangum, nome che probabilmente trova le sue origini dalla combinazione del primo ideogramma di Mangyong (萬), il nome della zona dell’estuario, ed il primo ideogramma di Kimje (金).
I lavori di ricostruzione del bacino Pyokkolje durante il regno di Re Taejong (太宗, 태종, 1367-1422, r.1400-1418) della dinastia Choson (大朝鮮國, 대조선국, 1392-1910) sono stati anch’essi spettacolari. Piu’ di 10 000 persone, provenienti da ogni angolo del paese, vennero mobilizzate e lavorarono senza sosta per completare il lavoro in soli due mesi. Persino manodopera dall’isola di Cheju (濟州島, 제주도) venne utilizzata, ma arrivo’ in ritardo a causa della distanza e delle cattive condizioni del mare che disturbarono la navigazione. A loro venne affidata la costruzione della diga a sud, un’area ancora oggi nota col nome di bacino Cheju. Nei paraggi del bacino c’e’ una piccola collina; una leggenda dice che venne creata accatastando le scarpe di paglia consumate durante i lavori.
Re Teajong e’ passato alla storia come un creatore di bacini e canali d’irrigazione al punto che ancora oggi la pioggia necessaria per la coltivazione del riso—specialmente quella che del V mese lunare—viene chiamata taejong-u (pioggia Taejong). In accordo col suo nome, Pyokkolje (bacino nella risaia), il bacino doveva fornire acqua necessaria per le vaste risaie nell’area di Kimje e Mangyong nella provincia settentrionale del Cholla.
I lavori di ricostruzione del bacino Pyokkolje durante il regno di Re Taejong (太宗, 태종, 1367-1422, r.1400-1418) della dinastia Choson (大朝鮮國, 대조선국, 1392-1910) sono stati anch’essi spettacolari. Piu’ di 10 000 persone, provenienti da ogni angolo del paese, vennero mobilizzate e lavorarono senza sosta per completare il lavoro in soli due mesi. Persino manodopera dall’isola di Cheju (濟州島, 제주도) venne utilizzata, ma arrivo’ in ritardo a causa della distanza e delle cattive condizioni del mare che disturbarono la navigazione. A loro venne affidata la costruzione della diga a sud, un’area ancora oggi nota col nome di bacino Cheju. Nei paraggi del bacino c’e’ una piccola collina; una leggenda dice che venne creata accatastando le scarpe di paglia consumate durante i lavori.
Re Teajong e’ passato alla storia come un creatore di bacini e canali d’irrigazione al punto che ancora oggi la pioggia necessaria per la coltivazione del riso—specialmente quella che del V mese lunare—viene chiamata taejong-u (pioggia Taejong). In accordo col suo nome, Pyokkolje (bacino nella risaia), il bacino doveva fornire acqua necessaria per le vaste risaie nell’area di Kimje e Mangyong nella provincia settentrionale del Cholla.
Una rappresentazione artistica del progetto Saemangum
Il progetto Saemangum e’ stato fin dall’inizio nel 1987 l’oggetto di aspre controversie. Si dice che avrebbe creato nuove terre coltivabili e fertili—sae (nuovo) mangnum (grande quantita’ di denaro). Un’altra teoria afferma che il termine sae venne accoppiato al termine mangnum perche’ il bacino da l’idea delle ali di un uccello (sae, traduce anche ‘uccello’). In realta’, visto dall’alto, il bacino assomiglia ad un enorme uccello che vola ad ali spiegate verso il Mar Giallo e la Cina, nascondendo un significato piu’ alto, cioe’ il desiderio di creare nuove terre che come un uccello si alzano nel mondo intero. Tuttavia, e contrariamente al suo buon nome, l’entusiasmo per il progetto diminuiva gradatamente durante i lavori come conseguenza delle interminabili proteste contro la sua costruzione. Secondo una recente pubblica inchiesta, il termine saemangum ai coreani fa venire in mente la distruzione dell’ambiente.
Il governo ha recentemente revisionato il progetto suggerendo, tra le altre modifiche, di aggiungere all’originale Saemangum il marchio Ariul. Ariul e’ una combinazione dell’antico termine coreano ari (acqua) ed ul (recinto). Tuttavia, come fu nel caso di Saemangum, un nome propiziatorio non assicura che il progetto continui liscio come l’olio.
Giorgio Olivotto
Foto Chong Myo-hwa
Seoul, Corea
21 novembre 2010
Foto Chong Myo-hwa
Seoul, Corea
21 novembre 2010
Nessun commento:
Posta un commento