“Di quella multitudine di stelle,
Una in particolare mi guarda.
Di questa multitudine di gente,
I miei occhi guardano solo ad una stella.
Siamo cosi’ intimi la stella ed io
Da pensare dove e come
Ci incontreremo la prossima volta.”
La stella nel poema di Kim Kwang-sop (金珖燮, 김광섭, 1905-1977) In Serata e’ un simbolo eterno di dolore, dolore per un amore finito o per l’amata morta.
Tuttavia, l’essere umano non ha bisogno di comporre poemi per apprezzare le stelle nel cielo. L’essere umano e’ naturalmente attratto dalle stelle perche’ la sua composizione chimica assomiglia a quella di un asteroide. Il corpo umano e’ formato da idrogeno, ossigeno, carbonio, azoto, calcio e fosforo. Se si esclude l’elio, il corpo umano ha la stessa composizione chimica della materia che forma il Sole.
La Terra invece e’ fatta di ossigeno, ferro, silicio, magnesio e zolfo. Considerando questa similarita’ nella composizione chimica, parecchi scienziati sostengono che l’essere umano proviene da un’asteroide e parecchi poeti sostengono che questa e’ la ragione per la quale l’essere umano si sublima al pensiero di essere attratto dalle stelle e guarda al cielo stellato cercando di far ritornare l’amata.
Kim, il poeta, usa una stella per rappresentare la tristezza ed il dolore causato dalla fine di una relazione, dolore e tristezza che vanno piu’ lontano della stella, coinvolgendo l’intero universo. La solitudine quando indirizzata ed inalzata ad un sentimento sublime e’ capace di illuminare gli altri come una stella.
Il dolore di una separazione spesso ha bisogno di essere filtrato. Nel confucianesimo si chiede di piangere e di lamentare la morte di una persona per un periodo di due settimane dal funerale, dopo di che bisogna smettere di piangere e lamentarsi trasformando le cerimonie funebri in eventi pieni di gioia.
Il buddismo prescive che il periodo di pianto debba durare al massimo 49 giorni: se si piange piu’ a lungo l’anima del defunto non sara’ capace di rinascere nel nuovo mondo e rimarra’ per sempre legata al mondo attuale. Canti di elogio per il defunto devono sostituire il dolore dal cinquantesino giorno in poi.
In accordo con le regole del confucianesimo, i pianti per la morte dell’ex Presidente Roh Moo-hyun (盧武鉉, 노무현, 1946-2009), che si suicido’ l’anno scorso, dovrebbero gia essere terminati da un bel pezzo. Invece sembra che il periodo di lutto non sia ancora cessato. I membri del Partito Democratico di opposizione stanno sfruttando con questo lutto il momento politico. Vestiti di nero scendono in piazza accompagnandosi da cartelloni che condannano l’attuale governo per la morte del Roh. Certamente questi politicanti non solo stanno mancando di rispetto al defunto, ma stanno offendendo il sistema democratico parlamentare.
Mi viene da pensare se queste persone veramente provano tristezza nei loro cuori. Senza dubbio, non hanno nessuna ragione per rivolgere lo sgardo al cielo in cerca di una stella e questo pensiero e’ da solo capace di portare tanta tristezza.
Una in particolare mi guarda.
Di questa multitudine di gente,
I miei occhi guardano solo ad una stella.
Siamo cosi’ intimi la stella ed io
Da pensare dove e come
Ci incontreremo la prossima volta.”
La stella nel poema di Kim Kwang-sop (金珖燮, 김광섭, 1905-1977) In Serata e’ un simbolo eterno di dolore, dolore per un amore finito o per l’amata morta.
Tuttavia, l’essere umano non ha bisogno di comporre poemi per apprezzare le stelle nel cielo. L’essere umano e’ naturalmente attratto dalle stelle perche’ la sua composizione chimica assomiglia a quella di un asteroide. Il corpo umano e’ formato da idrogeno, ossigeno, carbonio, azoto, calcio e fosforo. Se si esclude l’elio, il corpo umano ha la stessa composizione chimica della materia che forma il Sole.
La Terra invece e’ fatta di ossigeno, ferro, silicio, magnesio e zolfo. Considerando questa similarita’ nella composizione chimica, parecchi scienziati sostengono che l’essere umano proviene da un’asteroide e parecchi poeti sostengono che questa e’ la ragione per la quale l’essere umano si sublima al pensiero di essere attratto dalle stelle e guarda al cielo stellato cercando di far ritornare l’amata.
Kim, il poeta, usa una stella per rappresentare la tristezza ed il dolore causato dalla fine di una relazione, dolore e tristezza che vanno piu’ lontano della stella, coinvolgendo l’intero universo. La solitudine quando indirizzata ed inalzata ad un sentimento sublime e’ capace di illuminare gli altri come una stella.
Il dolore di una separazione spesso ha bisogno di essere filtrato. Nel confucianesimo si chiede di piangere e di lamentare la morte di una persona per un periodo di due settimane dal funerale, dopo di che bisogna smettere di piangere e lamentarsi trasformando le cerimonie funebri in eventi pieni di gioia.
Il buddismo prescive che il periodo di pianto debba durare al massimo 49 giorni: se si piange piu’ a lungo l’anima del defunto non sara’ capace di rinascere nel nuovo mondo e rimarra’ per sempre legata al mondo attuale. Canti di elogio per il defunto devono sostituire il dolore dal cinquantesino giorno in poi.
In accordo con le regole del confucianesimo, i pianti per la morte dell’ex Presidente Roh Moo-hyun (盧武鉉, 노무현, 1946-2009), che si suicido’ l’anno scorso, dovrebbero gia essere terminati da un bel pezzo. Invece sembra che il periodo di lutto non sia ancora cessato. I membri del Partito Democratico di opposizione stanno sfruttando con questo lutto il momento politico. Vestiti di nero scendono in piazza accompagnandosi da cartelloni che condannano l’attuale governo per la morte del Roh. Certamente questi politicanti non solo stanno mancando di rispetto al defunto, ma stanno offendendo il sistema democratico parlamentare.
Mi viene da pensare se queste persone veramente provano tristezza nei loro cuori. Senza dubbio, non hanno nessuna ragione per rivolgere lo sgardo al cielo in cerca di una stella e questo pensiero e’ da solo capace di portare tanta tristezza.
Giorgio Olivotto
Seoul, Corea
20 giugno 2020
Seoul, Corea
20 giugno 2020
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