Liulichang (琉璃廠) e’ una strada famosa al centro di Pechino (北京) dove si vendono oggetti d’antiquariato fin dai tempi della dinastia Qing (清朝, 1644-1912). Quando i letterati coreani della dinastia Choson (朝鮮王朝, 조선왕조, 1392-1910) visitavano Pechino non mancavano di visitare quella strada per comprare libri e dipinti. Oggi, molti negozi del tempo sono ancora in affari dando il benvenuto ai turisti.
Pechino. Via Liulichang
La strada e’ anche famosa per altri motivi: era il posto preferito per le ‘bustarelle’. Verso la fine della dinastia Qing la corruzione veniva mascherata in un modo indubbiamente furfesco. Colui che doveva passare una ‘bustarella’ ad un alto funzionario statale si recava da un’antiquario di Liulichang. Il negoziante, che evidentemente conosceva il trucco, chiedeva al cliente a chi la bustarella fosse indirizzata e quanto denaro avesse intenzione di spendere. Il cliente facendo finta di scartabellare un libro dava il nome del destinatario e la cifra. Il negoziante, dopo avere trattenuto la sua commissione, visitava la casa del funzionario statale e consegnava la ‘bustarella’ facendo finta di comprare un oggetto d’antiquariato o un dipinto corrispondente al contenuto della ‘bustarella’, per ritornare al negozio con l’oggetto ‘comprato’ che immediatamente consegnava al cliente che lo stava aspettando. L’affare si concludeva quando il cliente visitando la casa del funzionario ritornava l’oggetto ‘comprato’ al leggitimo proprietario.
Il sistema accontentava tutti. Il funzionario statale corrotto intascava il denaro corrispondente al valore dell’oggetto d’antiquariato ‘venduto’. Il corruttore non correva il rischio di essere scoperto e l’antiquario senza troppo lavoro si guadagnava la sua commissione.
Durante la dinastia Qing, funzionari locali e semplici cittadini regolarmente passavano ‘bustarelle’ ai funzionari del governo centrale nella capitale. Le bustarelle circolavano durante l’inverno, l’estate, in occasione di festivita’ tradizionali o quando dovevano intraprendere un lungo viaggio. Il carattere cinese per ‘bustarella’, ching (敬) ironicamente e’ lo stesso per ‘rispetto’! In ogni caso, essendo la corruzione una pratica piuttosto comune al tempo, ‘bustarelle’ ed oggetti d’antiquariato circolavano liberamente in Liulichang.
In Corea, recentemente sui giornali veniva pubblicata la notizia che i poliziotti nei quartieri a sud della citta’ intrattenevano affari segreti con i proprietari delle sale di massaggio e ne ricevevano in cambio cospique ‘bustarelle’. Al leggere la notizia ho pensato che non c’e’ nessuna differenza fra la fine della dinastia Qing, quando la corruzione era una pratica frequente, e la Corea di oggi.
La Polizia Metropolitana di Seoul (서울경찰청의) ha ufficialmente dichiarato che 500 poliziotti che operavano da parecchi anni nella zona sarebbero stati trasferiti in altre zone della citta’. Apparentemente, questa sembra essere la migliore soluzione che la Polizia Metropolitana poteva trovare. Tuttavia, agli occhi di quei polizziotti che non sono coinvolti nell’affare la soluzione sembra essere chiaramente di parte. Se la misura e’ quella di salvare i poliziotti corrotti semplicemente trasferendoli in altre zone della citta’, la polizia sta facendo un’errore ancora piu’ grosso!
Il sistema accontentava tutti. Il funzionario statale corrotto intascava il denaro corrispondente al valore dell’oggetto d’antiquariato ‘venduto’. Il corruttore non correva il rischio di essere scoperto e l’antiquario senza troppo lavoro si guadagnava la sua commissione.
Durante la dinastia Qing, funzionari locali e semplici cittadini regolarmente passavano ‘bustarelle’ ai funzionari del governo centrale nella capitale. Le bustarelle circolavano durante l’inverno, l’estate, in occasione di festivita’ tradizionali o quando dovevano intraprendere un lungo viaggio. Il carattere cinese per ‘bustarella’, ching (敬) ironicamente e’ lo stesso per ‘rispetto’! In ogni caso, essendo la corruzione una pratica piuttosto comune al tempo, ‘bustarelle’ ed oggetti d’antiquariato circolavano liberamente in Liulichang.
In Corea, recentemente sui giornali veniva pubblicata la notizia che i poliziotti nei quartieri a sud della citta’ intrattenevano affari segreti con i proprietari delle sale di massaggio e ne ricevevano in cambio cospique ‘bustarelle’. Al leggere la notizia ho pensato che non c’e’ nessuna differenza fra la fine della dinastia Qing, quando la corruzione era una pratica frequente, e la Corea di oggi.
La Polizia Metropolitana di Seoul (서울경찰청의) ha ufficialmente dichiarato che 500 poliziotti che operavano da parecchi anni nella zona sarebbero stati trasferiti in altre zone della citta’. Apparentemente, questa sembra essere la migliore soluzione che la Polizia Metropolitana poteva trovare. Tuttavia, agli occhi di quei polizziotti che non sono coinvolti nell’affare la soluzione sembra essere chiaramente di parte. Se la misura e’ quella di salvare i poliziotti corrotti semplicemente trasferendoli in altre zone della citta’, la polizia sta facendo un’errore ancora piu’ grosso!
Giorgio Olivotto
Foto Chong Myo-hwa
Seoul, Corea
8 agosto 2010
Foto Chong Myo-hwa
Seoul, Corea
8 agosto 2010
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