Il Chosŏnwangjo-sillok (朝鮮王朝實錄, 조선왕조실록, Annali della Dinastia Choson, 1413-1865) racconta la storia dell’indignazione del Re Sukjong (肅宗, 숙종, 1661-1720, r.1674-1720). Nel dicembre del 1684 il re si infurio' perche’ alcuni carcerieri avevano chiesto clemenza quando il chipyong Chong Chae-son (索書號, 정재선) veniva condannato a morte sotto l’accusa di omicidio.
Chipyong (砥平, 지평, ufficiale governativo) non era un’alto rango nella gerarchia governativa, pero’ rivestiva una certa importanza al punto da essere in grado di censurare un ministro. Chong, sulla trentina, era un ufficiale promettente che veniva assegnato nella posizione da appena tre anni dopo aver superato il difficile esame di stato. Chong era accusato di aver ucciso durante l’incarico di chuno (推奴, 추노), il cacciatore di schiavi fuggitivi per riconsegnarli al legittimo proprietario. In 1683, come membro di una squadra di cacciatori di schiavi, mentre stava arrestandone due, ne scopriva altri due assiene ad un normale cittadino. Nel punirli, sotto l’influsso dell’alcool, gli bastonava uccidendoli. Dopo una animata discussione relative all’abuso della sua autorita’, il Chong riusciva ad evitare la pena di morte e veniva mandato in esilio.
Re Sukjong in piu’ di una occasione rimpianse il non aver condannato a morte il Chong e 24 anni piu’ tardi, nel 1708, denunciava la non equita’ nell’applicazione della legge chiedendo: “Dal tempo di Chon Chae-son nessun nobile e’ stato condannato a morte per assassinio. Significa questo che i nobili non commettono piu’ crimini perche’ hanno paura della legge, o che e’ la legge che ha paura dei nobili?”
L’ultimo episodio di Chuno, un teleromanzo di grande successo popolare in onda sul secondo canale televisivo della KSB, veniva trasmesso lo scorso 25 marzo. Il dramma era ambientato nel XVI secolo durante il regno di Re Injo (仁祖, 인조, 1595-1649, r.1623-1649), ma l’attivita’ dei cacciatori di schiavi e’ stato un fatto comune durante i 500 anni della dinastia Choson (大朝鮮國, 대조선국, 1392-1910). In altre parole, la caccia, l’arresto e la riconsegna al leggitimo proprietario dello schiavo fuggitivo rappresentava un punto chiave nel mantenimento della divisione classista della societa’ del tempo. Durante il regno di Re Hyojong (孝宗, 효종, 1619-1659, r.1649-1659), la confusione nel sistema classista del reame e’ stata una delle tante conseguenze dell’invasione giapponese del 1592-1598 (壬辰倭亂, 임진왜란) e della prima (1627) e seconda (1636) guerra contro i Manchu (丁卯胡亂, 정묘호란, 1627; 丙子胡亂, 병자호란, 1636), e fu quando la professione di cacciatore di schiavi raggiunse il suo massimo.
La professione pero’ trovo’ anche opponenti. Re Chongjo (正祖, 정조, 1752-1800, r.1776-1800) firmo' una legge che aboliva la schiavitu’ dicendo: “Sono allo stesso livello di animali comprati e venduti tenedo conto solo della famiglia e dell’eta’. Sono come la terra perche' i loro figli e nipoti vengono dispesi qua e la’. Non hanno posto al mondo dove andare perche’ non possono sposare nell'aristocrazia e sono raramente considerati esseri umani. E’ lecito pensare che sono stati creati in questo modo? Io provo un’immensa pieta’ verso di loro.”
Piu’ si guarda attentamente alle storie dei cacciatore di schiavi piu’ si apprezza che in un periodo dove le differenze di classe erano considerate normali, ci fu qualche sovrano che ha lottato per l’applicazione equa della legge ed il rispetto dei diritti umani. Non e’ questa una coincidenza se si pensa che il XVIII secolo e' stato il periodo di rinascita culturale della dinastia Choson.
Chipyong (砥平, 지평, ufficiale governativo) non era un’alto rango nella gerarchia governativa, pero’ rivestiva una certa importanza al punto da essere in grado di censurare un ministro. Chong, sulla trentina, era un ufficiale promettente che veniva assegnato nella posizione da appena tre anni dopo aver superato il difficile esame di stato. Chong era accusato di aver ucciso durante l’incarico di chuno (推奴, 추노), il cacciatore di schiavi fuggitivi per riconsegnarli al legittimo proprietario. In 1683, come membro di una squadra di cacciatori di schiavi, mentre stava arrestandone due, ne scopriva altri due assiene ad un normale cittadino. Nel punirli, sotto l’influsso dell’alcool, gli bastonava uccidendoli. Dopo una animata discussione relative all’abuso della sua autorita’, il Chong riusciva ad evitare la pena di morte e veniva mandato in esilio.
Re Sukjong in piu’ di una occasione rimpianse il non aver condannato a morte il Chong e 24 anni piu’ tardi, nel 1708, denunciava la non equita’ nell’applicazione della legge chiedendo: “Dal tempo di Chon Chae-son nessun nobile e’ stato condannato a morte per assassinio. Significa questo che i nobili non commettono piu’ crimini perche’ hanno paura della legge, o che e’ la legge che ha paura dei nobili?”
L’ultimo episodio di Chuno, un teleromanzo di grande successo popolare in onda sul secondo canale televisivo della KSB, veniva trasmesso lo scorso 25 marzo. Il dramma era ambientato nel XVI secolo durante il regno di Re Injo (仁祖, 인조, 1595-1649, r.1623-1649), ma l’attivita’ dei cacciatori di schiavi e’ stato un fatto comune durante i 500 anni della dinastia Choson (大朝鮮國, 대조선국, 1392-1910). In altre parole, la caccia, l’arresto e la riconsegna al leggitimo proprietario dello schiavo fuggitivo rappresentava un punto chiave nel mantenimento della divisione classista della societa’ del tempo. Durante il regno di Re Hyojong (孝宗, 효종, 1619-1659, r.1649-1659), la confusione nel sistema classista del reame e’ stata una delle tante conseguenze dell’invasione giapponese del 1592-1598 (壬辰倭亂, 임진왜란) e della prima (1627) e seconda (1636) guerra contro i Manchu (丁卯胡亂, 정묘호란, 1627; 丙子胡亂, 병자호란, 1636), e fu quando la professione di cacciatore di schiavi raggiunse il suo massimo.
La professione pero’ trovo’ anche opponenti. Re Chongjo (正祖, 정조, 1752-1800, r.1776-1800) firmo' una legge che aboliva la schiavitu’ dicendo: “Sono allo stesso livello di animali comprati e venduti tenedo conto solo della famiglia e dell’eta’. Sono come la terra perche' i loro figli e nipoti vengono dispesi qua e la’. Non hanno posto al mondo dove andare perche’ non possono sposare nell'aristocrazia e sono raramente considerati esseri umani. E’ lecito pensare che sono stati creati in questo modo? Io provo un’immensa pieta’ verso di loro.”
Piu’ si guarda attentamente alle storie dei cacciatore di schiavi piu’ si apprezza che in un periodo dove le differenze di classe erano considerate normali, ci fu qualche sovrano che ha lottato per l’applicazione equa della legge ed il rispetto dei diritti umani. Non e’ questa una coincidenza se si pensa che il XVIII secolo e' stato il periodo di rinascita culturale della dinastia Choson.
Giorgio Olivotto
Seoul, Corea
15 agosto 2010
Seoul, Corea
15 agosto 2010
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