Gli Hagparazzi

Alle 4 del mattino del 31 luglio 1898, due fotografi professionisti entrarono di soppiatto nel castello del ‘Cancelliere di Ferro’, lo statista prussiano/tedesco Otto von Bismarck (1815-1898), alla periferia di Amburgo in Germania. Erano passate solamente 5 ore dalla morte del Bismarck, morte che metteva fine alla sua battaglia contro il male che lo aveva colpito un’anno prima. La stanza dove giaceva il cadavere era guardata a vista da alcune guardie e nessuno era autorizzato ad entrare senza il permesso della famiglia del defunto.
La restrizione era stata presa su richiesta del defunto che non aveva nemmeno mai autorizzato nessuno a rendere pubblico il suo malfermo stato di salute. Nonostante tutte le restrizioni in atto, i due fotografi riuscirono ad entrare la stanza del defunto e scattare alcune foto della salma. Subito dopo bussavano alla porta di una casa editrice per consegnare gli originali delle foto dietro un compenso di 200 000 euro, al valore attuale, e del 20 percento sui diritti di pubblicazione.
Esattamente 99 anni piu’ tardi, nell’agosto del 1997, Diana Principessa del Galles, (Diana Spenser, 1961-1997) trovava la morte in un incidente automobilistico. L’autista della macchina sulla quale Diana stava viaggiando, per evitare un gruppo di paparazzi, fu costretto ad una manovra azzardata finita con l’incidente. I paparazzi—il cui nome sottointende fotografi di celebrita’, politici e personaggi d’attualita’—avevano in quel momento commesso la tragedia di condurre un’essere umano alla morte.
Il paparazzo fa venire alla mente il noioso e fastidioso ronzio della zanzara. Si dice che il termine trova la sua origine nel fotografo alla caccia di donne celebri immortalato nel 1960 nel film La Dolce Vita del regista italiano Federico Fellini (1920-1993). Il termine, che nel film mostrava un carattere negativo, ha provato di essere una eccellente scelta per questa categoria di fotografi.
La struttura sociale coreana e’ tale da lasciare spazio libero ai paparazzi di cacciare le loro prede. ‘Cibo-paparazzi’ sono nascosti dietro l’angolo aspettando il momento favorevole per immortalare chi vende cibo avariato. ‘Spazzatura-paparazzi’ sono la’ per immortalare chi butta via illegalmente la spazzatura. ‘Sigarette-paparazzi’ sono sempre alla caccia di coloro che gettano mozziconi di sigarette sul marciapiede. ‘Karaoke-paparazzi [カラオケ, termine nato dalla fusione dei nomi Japanesi kara (空, vuoto) e ōkesutora (オーケストラ, orchestra) che identifica una forma di divertimento o di gioco televisivo nel quale cantanti dilettanti cantano accompagnati da musica pre-registrata (o video-registrata) usando un microfono opportunamente amplificato in un locale appositamente adibito a tale uso] in attesa di imprenditori senza scrupoli che gestiscono sale illegali. ‘Sex-paparazzi’ che aspettano di immortalare coloro che nonostante la legge prosperano con il traffico illegale del sesso; e via dicendo.
Persino i loro nomi sono entrati nel linguaggio popolare e fra i tanti, oggi, si e’ aggiunto il ‘scuola privata-paparazzo’ (hagparazzo) a caccia di hagwon (學院, 학원, scuole private a pagamento) che offrono lezioni private pur essendo non legalmente autorizzate. Nei 6 mesi, da luglio a dicembre 2009, 719 hagparazzi hanno intascato una media di 2.13 milioni di won (1460 euro) a testa. Questi hagparazzi hanno ricevuto un totale di 1.51 miliardi di won (1.015 milioni di euro) come compenso per aver scoperto queste scuole private illegali. Un hagparazzo, piu’ fortunato degli altri, ha incassato 61.85 milioni di won (42 400 euro), una somma quasi alla pari con lo stipendio annuale di 100 milioni di won (68 400 euro) percipito dal presidente di uno dei tanti conglomerati industriali coreani.
Tuttavia, il problema di questi fotagrafi non sta tanto nel fatto di scoprire scuole private illegali, quanto la loro attivita’ crea un’atomosfera nella quale la disonesta’, la sfiducia ed il petegolezzo sono rampanti. A quanto pare gli effetti di queste scoperte non sono poi cosi’ grandi come le cifre fanno pensare. Una delle critiche e’ che la maggior parte delle grandi scuole private sembrano escuse dalla caccia, mentre le piccole sono quelle piu’ prese di mira dai hagparazzi, che si orientano verso le piccole e medie scuole che sono relativamente piu’ facili da cacciare. La morale della favola e’ che i coreani dovrebbero preoccuparsi di quello che i loro figli imparano da questi hagparazzi!
Giorgio Olivotto
Seoul, Korea
1 agosto 2010

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