Siamo tutti Uguali

I coreani hanno posto grande importanza all’uguaglianza fra popoli fin dalla creazione del loro primo stato sovrano, il Kojoson (古朝鮮, 고조선, 2333-108 aC), nel 2333 aC. La filosofia dell’hongik ingan (弘益人間, 홍익인간, Il bene universale dell’umanita’), il motto del Kojoson, afferma chiaramente che ognuno deve rispettare l’altra persona senza descriminazione. Man mano che il tempo passava, questo concetto di uguaglianza si rafforzava fino ad essere uniformemente accettato durante il periodo dei Tre Reami (三國時代, 삼국시대, 57 aC-668 dC). Nonostante tutto questo, la differenza fra l’ideologia dell’uguaglianza e la realta divento’ sempre piu’ grande a causa dello sfruttamento del popolo da parte del governo e dello stratificato e rigido sistema sociale. Il neo-confucianesimo, che domino’ la vita del popolo durante la dinastia Choson (朝鮮王朝, 조선왕조, 1392-1910), contribui’ grandemente alla distruzione dell’ideologia. Tutti i sudditi della dinastia Choson nel XVI e XVII secolo dovevano rispettare lo stratificato e rigido sistema sociale e patriarcale fondato nel neo-confucianesimo che rappresentava l’ideologia della dinastia a quel tempo. Le cose cominciarono a cambiare nel XVIII secolo, quando sotto l’influsso del Silhak (實學, 실학) e delle riforme sociali del Chondoismo (天道教, 천도교, Chondogyo), una religione indigena nata a quei tempi, il popolo comincio’ ancora a pensare all’uguaglianza universale. Senza ombra di dubbio, i coreani provano un senso di antipatia verso i giapponesi, dovuto al periodo dell’annessione giapponese (日帝强占期, 일제 강점기, 1910-1945), accompagnato dallo sfruttamento della popolazione ed il tentativo di sterminio della loro identita’. Negli anni ’60 e ’70 i coreani dispezzarono la cultura giapponese al punto da pensare che il Giappone fosse il loro piu’ grande nemico. Oggi, al contrario, i coreani non pensano piu’ che il Giappone sia il loro piu’ grande nemico ed e’ ora considerato come un loro partner politico, economico e culturale. Nel 1965, il Presidente coreano Park Chung-hee (朴正熙, 박정희, Pak Chong-hui, 1917-1979) accetava le scuse da parte dei giapponesi per il loro sfruttamento coloniale del paese e ristabiliva le relazioni diplomatiche fra le due nazioni. Musica, dramma televisivi e fumetti giapponesi divennero popolari in Corea e la cultura coreana invadeva i mercati giapponesi. Lee Su-hyon (李秀顯, 이수현, Yi Su-hyon, 1975-2001), lo studente coreano che moriva nel tentativo di salvare un ubriaco giapponese caduto nei binari della metropolitana nella stazione di Shin-Okubo (新大久保駅, Shin-Ōkubo-eki), Shinjuku (新宿区, Shinjuku-ku), Tokyo (東京都, Tōkyō-to), mi fa pensare che il rispetto per l’uguaglianza sia rinato fra i coreani. Lee considero’ l’ubriaco come una persona umana, non come un nemico, nonostante l’ostilita’ di un tempo dei suoi compatrioti verso i giapponesi. Dal sistema educativo coreano il Lee, senza dubbio, deve aver ricevuto una visione negativa del Giappone e come un normale cittadino coreano deve aver vissuto l’ostilita’ coreana verso il Giappone. Certamente, devono essere stati molti coloro che si sono opposti alla sua decisione di studiare in Giappone. Il Lee tuttavia deve aver creduto che aveva qualcosa da imparare in Giappone e che il Giappone invece di essere un paese ostile, poteva dargli la possibilita’ di imparare, dopotutto anche i giapponesi sono esseri umani. Sono passati dieci anni dalla morte del Lee, ma quell’episodio e’ ancora vivo nel cuore dei suoi conpatrioti ed e’ la prova che i coreani considerano il rispetto dell’uguaglianza come una delle piu’ grandi virtu’ dell’umanita’.

Giorgio Olivotto Seoul, Corea 10 aprile 2011

We Are all Equal

Koreans have emphasized ‘equality among people’ since the foundation of their very first country, Kojoson (古朝鮮, 고조선, 2333-108 BC), in 2333 BC. The philosophy of hongik ingan (弘益人間, 홍익인간, universal welfare of mankind)—the national motto of Kojoson—clearly states that one should respect others without any discrimination. This view about equality strengthened and became widespread in the Three Kingdoms Period (三國時代, 삼국시대, 57 BC-668 AD). However, the gap between the ideology of equality and reality widened, due to government workers’ exploitation of commoners and the strict status system. Neo-Confucianism, which dominated commoners’ lives in the Choson Dynasty (朝鮮王朝, 조선왕조, 1392-1910), destroyed the ideology as well. Everyone who lived in Choson in the 16th and 17th centuries had to respect its strict status system and patriarchy, underscored by Neo-Confucianism, the Dynasty’s ideology then. From the 18th century, people started to restore equality with Silhak (實學, 실학) the Confucian social reform movement and Chondoism (天道教, 천도교, Chondogyo) a Choson-originated religion centred on equality among people. Koreans have, undoubtedly, held antipathy toward Japan, due to Japanese annexation (日帝强占期, 일제 강점기, 1910-1945), the exploitation of Choson people and the planned extermination of Koreans’ identities. Japanese culture was despised by Koreans in 1960s and ’70s. Koreans believed that Japan was their most notorious enemy. These days, on the contrary, Koreans do not think that Japan is their terminal enemy. Japan has been spotlighted as Korea’s political, economic and cultural partner. In 1965, the Korean President Park Chung-hee (朴正熙, 박정희, Pak Chong-hui, 1917-1979) accepted Japan’s apology about its colonial exploitation and brought back diplomatic relations with Japan. Japanese music, television dramas and comics become popular in Korea and vice versa. Lee Su-hyon (李秀顯, 이수현, Yi Su-hyon, 1975-2001) a Korean student who was killed trying to save a drunken Japanese man who had fallen onto subway tracks in Shin-Okubo Station (新大久保駅, Shin-Ōkubo-eki), Shinjuku (新宿区, Shinjuku-ku) Tokyo (東京都, Tōkyō-to), makes me feel that Koreans’ respect for equality has been revived. He treated the man as a person, not an enemy, despite the hostility against Japan that many Koreans once had. From Korean education system, Lee must have received a negative view of Japan. As an ordinary Korean, he must have seen Korean hostility to Japan. Some people may have even opposed his decision to study there. Lee, however, had felt that he had something to learn in Japan. Rather than being a hostile country, it could provide something to learn, as Japanese people are also humans. Lee’s death occurred ten years ago but still warms Korean hearts. It proves that Koreans do respect equality as one of the most valuable virtues of human life.

Giorgio Olivotto Seoul, Korea April 10, 2011

Il Vento Sta Soffiando

Il primo ordine che il dodicenne re coreano Kojong (高宗, 1852-1919, r.1863-1907) diede subito dopo essere stato incoronato fu, “Uccidete il venditore di castagne arrostite di Kahoe-dong (嘉會洞). Quando i cortigiani colti di sorpresa gli chiesero il perche’ dell’ordine, il re rispose, “Gli ho chiesto una castagna e lui non me l’ha data; che pessimo comportamento!” Dopo una serie di suppliche dei suoi fedeli cortigiani che gli consigliarono di essere generoso con i sudditi piu’ poveri, il re perdonava il venditore di castagne arrostite. L’amore del re per le castagne arrostite deve essere stato veramente grande e tale da spiegare come la canzone popolare Taryong delle Castagne Arrostite abbia avuto grande successo nella Provincia del Kyonggi (京畿道, Kyonggi-do) durante il regno di Kojong. Taryong (타령) e’ una popolare canzone narrativa che comincia con i versi:


Il vento sta soffiando

Il vento sta soffiando

Il forte vento del denaro sta soffiando

Nel mare aperto dell’isola di Yonpyong

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Il forte vento del denaro” era dovuto al mercato stagionale di un comunissimo pesce pescato al largo dell’isola di Yonpyong (延坪島) in quegli anni. Chong Mun-gi (정문기), l’autore di Uno Studio sul Pesce con la Testa di Pietra in Corea, scriveva nel 1939 che “centinaia di barche da pesca si davano appuntamento al largo dalla costa fino a formare un’isola di barche ed i falo’ si riflettevano sullo specchio d’acqua creando bellissime immagini.” Il “pesce con la testa di pietra” dello studio del Chong era il Micropogonias undulatus della famiglia delle Sciaeniade, una specie molto comune nel mercato di Yonpyong. Il sopranome ‘pesce con la testa di pietra’ derivava dal fatto che la testa del pesce aveva ossa molto resistenti. In quelli anni il mercato stagionale del pesce faceva ufficialmente registarre 300 ristoranti, 53 tende ristorante, un caffe’ e 95 case di prostituzione. In realta’ pero’ c’erano circa 500 case di prostituzione abusive e persino correva voce che 50 di queste offrissero ragazze giapponesi. Il detto popolare, “fare soldi a sufficienza per un anno in soli tre giorni” aveva le sue origini a Yonpyong.



Micropogonias undulatus

Non sono riuscito a scoprire se a causa dell’eccessivo numero di pescatori o al fatto che il pesce avesse cambiato la sua rotta migratoria come conseguenza dell’aumento globale della temperatura, sta di fatto che la pesca fini’ col diminuire di anno in anno passando dalle 10 000 tonnellate nelli anni ’60 alle 1 348 tonnellate nel 1972 ed alle 36 tonnellate nel 1976. La diminuzione della pesca si accompagnava all’abbandono dell’isola da parte dei pescatori e quando l’isola era arrivata ad essere quasi completamente disabitata venne salvata dal granchio blue. Oggi la concorrenza fra pescatori della Corea del Sud, della Korea del Nord e della Cina a raggiunto un livello tale che gli abitanti di Yonpyong insoddisfatti si lamentano che i granchi blue sono scomparsi e restano solamente un’infinita’ di barche cinesi. Oggi pero’ un nuovo vento soffia verso l’isola, ed e’ un vento pericoloso che profuma di polvere da sparo!

Giorgio Olivotto

Seoul, Korea

3 aprile 2011

The Wind Is Blowing

The first order the Korean King Kojong (高宗, 1852-1919, r.1863-1907) gave when he was enthroned at the age of 12 was, “Execute the roasted chestnut peddler in Kahoe-dong (嘉會洞).” When the bewildered courtiers asked why, the king said, “I asked for a chestnut, but he didn’t give me one. What bad behaviour!” In the end, the king gave the peddler a pardon because his royal subjects pleaded with him to be generous to the poor man. Perhaps the king’s love for chestnuts explains how the song Roasted Chestnut Taryong became popular in the Kyonggi Province (京畿道, Kyonggi-do) during Kojong’s reign. The taryong (타령), a narrative song, starts with:


The wind is blowing

The wind is blowing

The strong wind of money is blowing

in the sea off Yonpyong Island

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The strong wind of money” was blowing from a popular seasonal fish market that had opened on Yonpyong Island (延坪島) at the time. Chong Mun-gi (정문기), the author of A Study of Stone-head Fish of Korea, wrote in 1939 that “hundreds of fishing boats gathered off the coast formed an island of boats and the bonfires reflecting off the surface of the sea water was extremely beautiful.” The “stone-head fish” of the Chong’s study is the croaker (Micropogonias undulatus of the Sciaeniade family), which was popular in the new Yonpyong market. The nickname comes from the fact that croaker has strong bones in its head. At that time, the seasonal fish market had 300 officially registered restaurants, 53 food stalls, one cafe and 95 registered hostesses. In reality, however, there were about 500 unregistered hostesses and it was even said that there were 50 Japanese hostesses. The expression that says one can “make enough money for a year in three days time” originated there.


Micropogonias undulatus

Whether over fishing dried up fish resources or the fish’s migration route was changed due to global warming, I don’t know. But the haul of fish decreased to 1 348 tonnes in 1972 and 36 tonnes in 1976, from 10 000 tonnes in the 1960s. As the catch dwindled, fishermen left the island. When it was driven to the brink of being abandoned, it was saved by a surge in blue crab. These days, competition among fishermen from South Korea, North Korea and China is so high that island residents lament in frustration that there is no more blue crab, just lots of Chinese fishing boats. A new wind is blowing toward the island now, this time a dangerous one perfumed with the smell of gunpowder.

Giorgio Olivotto

Seoul, Korea

April 3, 2011