La Peste Bianca

La sera del 24 marzo 1882, il medico e microbiologo tedesco Robert Koch (1843-1910) si presentava alla Physiological Society di Berlino davanti a un’udienza di un centinaio di scienzati e studiosi ai quali esponeva il risultato delle sue ricerche su uno dei piu’ maligni nemici dell’umanita’: il Micobacterium tuberculosis. Era la prima volta che l’uomo individuava l’origine della tubercolosi. Oggi, Koch e’ il piu mensionato ed onorato scienziato nella storia della lotta contro la tubercolosi ed a ricordo della scoperta, il 24 marzo e’ ricordato come il Giorno Mondiale della Tubercolosi.
La tubercolosi e’ una delle piu’ vecchie malattie nella storia dell’umanita’. Segni di tubercolosi sono stati scoperti in crani dell’Eta’ della Pietra, risalenti a 5 000 anni fa, scavati a Heidelberg in Germania. Altre tracce sono trate scoperte nelle mummie egiziane risalenti a 3 000 anni fa. Anche gli antichi coreani hanno sofferto per la malattia mortale come si puo’ leggere nelle cronache risalenti al periodo dei Tre Reami (三國時代, 삼국시대, 57 BC–668 AD). La tubercolosi invadeva l’intera Europa nel XVIII e XIX secolo uccidendo il 25 percento della popolazione. I colpiti dalla tubercolosi mostravano un colorito piuttosto pallido e la malattia che li colpiva veniva popolarmente chiamata ‘peste bianca’, mentre nell’Europa medievale i sofferenti di peste si riconoscevano per il colore nero della loro pelle e la malattia era nota col nome di ‘peste nera’.
Sono molti gli scrittori ed artisti che hanno descritto la terribile malattia nelle loro opere. Il poeta inglese David Herbert Lawrence (1885-1930), lui stesso vittima della turbecolosi, scriveva nel suo oscuro poema La Nave della Morte (1930):

Il corpo muore in pezzi, e l’anima timida
trova il suo passo trascinato via, mentre il diluvio oscuro cresce
.”

L’Urlo (1893), il famoso dipinto del norvegese Edvard Munch (1863-1944), puo’ essere visto come la languida espressione che ha colpito l’artista dopo la morte per tubercolosi della madre quando aveva cinque anni e della sua preferita sorella quando ne aveva quattordici.



L’Urlo (1893) di Edvard Munch


I pazienti descritti nelle opera del poeta coreano Lee (Yi) Kwang-su (이광수, 1882-1950), che moriva colpito dalla tubercolosi, quasi tutti soffrono della malattia che al Lee appariva come un simbolo di ansieta’, solitudine e mancanza di amore.
La tubercolosi e’ considerata una malattia del passato ed e’ spesso associata con la poverta’ e la cattiva nutrizione. Tuttavia, in questi ultimi anni in Corea, i colpiti da tubercolosi sono in preoccupante aumento. Circa 35 000 persone sono state diagnosticate con la malattia. Sembra assurdo, ma la Corea ha il piu’ alto numero di tubercolosi fra i paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD). Una delle cause sembra sia la mancanza di immunita’ dei giovani che sono stressati per entrare un’universita’ e per la ferrea dieta alla quale si sottopongono per mantenere la linea. Nonostante i coreani considerino la malattia anacronistica, la tubercolosi rimane una minaccia nel paese ed i coreani devono rinnovare la loro determinazione in modo da sconfiggerla.

Giorgio Olivotto
Seoul, Corea
13 novembre 2011

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