Machiavelli e Corea

La Basilica di Santa Maria del Fiore, al centro di Firenze, fu la prima struttura ottogonale costruita in Occidente ed e’ oggi il simbolo e l’orgoglio della citta’ dei fiori. Ma e’ anche il posto dove i giovani amanti del film giapponese diretto da Isamu Nakae (中江 功) nel 2001, Calmi Cuori Appassionati (冷靜と情熱のあいだ, Reisei Jyonetsu No Aida), si incontrano per onorare la promessa fatta 10 anni prima.
La basilica ha anche un particolare significato per il filosofo politico Niccolo’ Machiavelli (1469-1527). Lo storico giapponese Nanami Shiono (塩野 七生,1937- ), autore della Storia dei Romani (ローマ人の物語, Roma-jin no Monogatari), scrive: “Pensando alla forte rabbia che Machiavelli ha certamente provato verso se stesso mentre guardando la basilica da un capanno nei dintorni di Firenze dopo essere stato cacciato, senza spiegazioni plausibili, dal suo posto nel governo della citta’, sono riuscito a ricostruire il mio pensiero.” Si dice che Machiavelli, che aveva sempre lottato per Firenze, visse la sua vita dividendo gli alti e bassi con la basilica e giacche’ amava “la sua terra natale piu’ di quanto amasse se stesso” ha certamente pensato, mentre scriveva il suo capolavoro Il Principe, che i doveri di un monarca erano quelli di difendere la basilica da invasioni esterne.
E’ raro trovare qualcuno come Machiavelli che stia al centro di controversie dopo 500 anni dalla morte. Machiavelli e’ considerato un insensibile teorista che predicava una monarchia autocratica e l’incarnazione di tutti i trucchi possibili. Uno degli esempi piu’ rappresentativi e’ la metafora della volpe e del leone. Il Machiavelli faceva notare che “il Principe doveva possedere la potenza del leone e l’astuzia della volpe” e suggeriva che “il Principe doveva essere capace se necessario di compiere una azione demoniaca” e che doveva utilizzare a suo vantaggio le debolezze della psiche umana.
Firenze a quel tempo era una piccola citta’-stato che lottava per sopravvivere alle minacce dei piu’ potenti confinanti. In questo clima Machiavelli pensava che un forte condottiero era l’unica soluzione per costruire uno stato mederno e certamente non quello di elogiare una monarchia autocratica. In altre parole, Il Principe rappresentava un mezzo per discutere i modi ed le azioni necessarie per gestire il potere nel contesto di una monarchia.
Choi Chang-jip (최장집), un professore di scienze politiche alla Korea University qua a Seoul ed uno dei maggiori rappresentanti del pensiero liberale del paese, in una intervista per un giornale locale disse: “La Corea ha bisogno di qualcuno come Machiavelli non di qualcuno come Karl Marx” ed aggiungeva che “la Corea deve aprire i suoi occhi alle tecniche politiche predicate dal Machiavelli.”
Nel rileggere dopo tanti anni le teorie del Machiavelli sulle qualita’ di un principe—generosita’ verso parsimonia e crudelta’ verso clemenza—mi sono trovato in pieno accordo. Machiavelli predicava anche l’importanza della preparazione militare quando scriveva: “Un paese che trascura le sue capacita’ auto-difensive e’ destinato ad essere distrutto e conquistato”, parole valide anche oggi.
Io sono convinto che i coreani devono avere la saggezza di riflettere su queste idee in modo da salvaguardare la loro indipendenza e liberta’.
Giorgio Olivotto
Seoul, Corea
31 ottobre 2010

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