Sansin (Il Dio della Montagna)

Nel lungo cammino della storia coreana, gli abitanti di questa montagnosa penisola hanno sempre creduto che le cime ed i declivi delle loro montagne sono spiritualmente vivi ed hanno un significato religioso, impersonandolo nella figura di Sansin (산신, il Dio della Montagna), un guardiano spirituale che abita le montagne, il cui culto e’ intimamente associato alla tigre e che ancora oggi viene venerato nei templi Buddhisti del paese. Nel contesto del shamanismo coreano—conosciuto anche col nome di muismo (무교)—il culto delle sacre montagne lascia spazio alla venerazione degli animali selvaggi, degli orsi, volpi e specialmente tigri che abitavano la montagna. Sansin e’ sempre stato la divinita’ protettrice di villaggi e citta’ fino ad essere venerato come il guardiano dell’intera nazione coreana. Fin dai tempi piu’ remoti i re coreani hanno sempre rappresentato la loro legittimita’ creando grandi cerimonie e sfarzosi altari, mentre il popolo pregava per un clima favorevole, per raccolti abbondanti, per figli in ottima salute e la protezione contro la sfortuna davanti al semplice altare eretto nel loro villaggio.
La venerazione della montagna (e del shamanismo in generale) e’ in Corea una pratica vecchia di millenni. Persino oggi e’ possible trovare nei piu’ remoti villaggi e vallate piccoli altari dedicati al Dio della Montagna, ma la gran parte delle Sansingak (Altare di Sansin) si trovano nei templi Buddisti. In Corea, l’affermarsi ed imporsi del Buddismo e’ stato possibile solo dopo l’integrazione ed assorbimento dei rituali shamanisti e l’accetazione delle divinita’ locali, che ancora oggi sono rispettate e venerate, come custodi spirituali, nei templi Buddisti, quando i monaci escono dal tempio per predicare il Dharma (धर्म) ed alleviare le sofferenze umane.
Altare dedicato a Sansin. Kumsongsan (錦城山, 금성산), Uisong

In Corea il Dio della Montagna e’ conosciuto sotto differenti nomi, tutti legati nel significato alla tigre. Quando i riti di venerazione vengono a cessare, le divinita’ che abitano la montagna ordinano al feroce animale di dannegiare il villaggio ed il suo bestiame. In altre parole, nella figura del mudang (巫堂, 무당, shamano) del shamanismo coreano la venerazione di Sansin e’ unica, assumendo una particolare importanza tra le diverse e numerosissime figure del pantheon shamanista assieme a Chilsong (칠성, Pleiadi ed Orsa Maggiore), il simbolo del potere celeste, e la misteriosa figure di Toksong (독성, Santo Solitario), il discepolo rappresentato alla sinistra di Sakyamuni Buddha (Buddha storico). Queste tre divinita’ sono spesso venerate nella Samsonggak (삼성각, Altare dei Tre Saggi) simboleggiando la trinita’ fondamentale qua in Oriente del Cielo, Terra ed Umanita’, aumentandone la sua profondita’ spirituale e creando un’altare separato dedicato a queste tre divinita’ nel contesto del tempio buddhista. Il Sansin di una particolare montagna e’ un potenziale alleato al quale il mudang puo’ chiedere aiuto performando un kut (굿, rito shamanista) quando in estasi entra spiritualmente nel modo delle dinita’. Non e’ raro leggere di un mudang che per mesi, persino per anni, va in ritiro per guadagnare il rispetto di un particolare e potente Sansin.
Quando una trentina d’anni fa per la prima volta visitai un tempio Buddhista mi meravigliai di trovarvi un’altare dedicato a questa divinita’ proprio dietro all’altare principale dove il Buddha viene venerato, a significare il grande rispetto dato a questa divinita’ locale. Chiaramente non era un simbolo Buddhista, piuttosto un miscuglio che trovava le radici nel shamanismo e Taoismo con un forte influsso di motivi Confuciani.
Io amo la montagna e sono affascinato dalle tradizioni delle grandi religioni asiatiche e trovare figure che rappresentano una forte matrice montana e di vita umana in perfetta armonia con i motivi iconografici delle maggiori tradizioni spirituali orientali e’ stato come una rivelazione.
Sansin e’ un simbolo del legame fra esseri umani e l’ambiente montano dove vivono. Ogni montagna presenta un particolare carattere dovuto alla sua topografia, al clima, alla fauna e flora, alla gente che vive sulle sue pendici che per secoli ha sviluppato un complesso legame con la montagna. Questa gente riconosce, venera ed indirizza i propri desideri attraverso il simbolo religioso del Sansin. Le persone piu’ educate lo considerano solo un simbolo, mentre tutti gli altri credono che sia una divinita’ in vesti umane che abita la montagna e la tigre sia la sua manifestazione o il suo servo.
Sansin e’ il piu’ importante fra le divinita’ indigene coreane, forse perche’ il territorio e’ quasi completamente montagnoso e le montagne piu’ alte sono normalmente associate con le piu’ forti tradizioni. Il mitico re che nel 2333 BC fondava la nazione coreana, Tangun Wanggom (檀君王儉, 단군왕검), si crede che alla sua morte si sia trasformato in un Sansin. Tutte le tradizioni religiose coreane riconoscono la sua importanza ed il popolo lo ha sempre venerato nelle sue cerimonie primo fra tutte le altre divinita’. Si puo’ senza ombra di dubbio dire che Sansin rappresenti la figura principale della tradizionale cultura coreana, sopratutto nel modo col quale lega insieme le varie tradizioni religiose formandone un ‘centro indigeno’ nella rete della religioni del paese.
Sansin e’ servito, ed ancora oggi serve, come un simbolo degli ideali della cultura coreana, il desiderio di una vita umana che vive in una armonia equilibrata con la natura, che gode di una eccelente salute, che vive a lungo nel benessere ed in saggezza. Questi ideali hanno normalmente le loro radici nel Taoismo ma sono anche presenti nel shamanismo coreano, nel Neo-Confucianismo, nelle varie sette del Buddhismo e negli aspetti spirituali del nazionalismo coreano. Da notare che tutte queste tradizioni religiose usano l’immagine di Sansin e lo venerano come fosse una loro esclusiva divinita’. Tutte lo considerano come un re della montagna, vagamente come un avo primario ed il padrone che veramente possiede tutto il territorio montagnoso, che era la’ prima di qualsiasi essere umano e prima che arivasse la religione. I templi Buddhisti regolarmente eseguono Sansinje (riti per Sansin) durante i quali vengono fatte offerte che possono essere considerate come una forma di pagamento di un’affitto. I monaci trovano che la venerazione di questa figura da loro un’ottima salute e vitalita’ da usare nel loro cammino verso l’illuminazione.


Sansingak (Altare di Sansin). Mangwolsa (Tempio di Mangwol), Kyongju

Quasi tutti i templi Buddhisti hanno un’altare con un dipinto o una statua di Sansin, spesso con la statua piazzata in fronte al dipinto. Due grosse candele, un bruciatore di incenso ed una tazza scoperta di acqua fresca a limpida sono piazzate davanti alle icone, spesso assieme ad altre offerte. Sansin e quasi sempre dipinto nelle vesti di un uomo anziano—anche se qualche rara volta e’ dipinto nelle vesti di una donna—con barba e capelli lunghi e bianchi. L’uomo e’ si vecchio, ma dimostra di godere ottima salute, e’ forte ed autoritario, benevolente ma nello stesso tempo pieno di dignita’ come un ideale patriarca famigliare. I suoi vestiti suggeriscono un rango reale e spesso e’ rappresentato con un alone luminoso intorno al capo a indicare la sua santita’ e la inconsueta energia. Quasi sempre tiene in mano, ma spesso nelle due mani, un’oggetto simbolo di ottima salute e longivita’, ottenimento di gradi scolastici e spirituali nel contesto dei suoi poteri sia terrestri che spirituali. E’ seduto su una roccia piatta in alta montagna davanti ad un vasto e spazioso panorama, un luogo noto col nome di Sinsondae (Terrazza per i Taoisti Immortali), quel tipo di luogo nel quale si esegue meditazione e yoga e dove l’illuminazione viene finalmente raggiunta.

Sansindo (dipinto di Sansin). Chonwonsa (Tempio di Chonwon), Kyongju

Ai piedi del Dio della Montagna c’e’ una tigre a tenergli compagnia, ad imporre la legge e l’inconscio; la regina della montagna, simbolo principale della cultura coreana e motivo fondamentale nei tradizionali dipinti folcloristici. Spesso una coppia di servi, noti col nome di Tongja (Giovani Dei) sono in attesa, in piedi, dietro al loro maestro, a simbolo dell’aristocrazia del passato, che tengono nelle mani oggetti sacri e simbolici. Simboli shamanisti, Buddhisti, Confuciani, Taoisti, nazionalisti e militari vengono usati in una miriade di combinazioni diverse nelle migliaia di pezzi che compongono queste rappresentazioni.
Independentemente dalla incessante modernisazione nei secoli scorsi, i coreani ancora oggi pagano il loro rispetto ai loro Sansin in svariati modi. La parte artistica dei Sansin, sia quando venerato da solo nel Sansingak o assieme alle altre due divinita’ nel Samsonggak rappresentano fattori chiave nel Buddhismo coreano essendo simboli prettamente coreani, una caratteristica che gli fa distinguere da altre simili religioni tipiche di altri paesi.
La prossima volta che vi capitera’ di curiosare intorno ad un tempio Buddhista prima di uscire ricordatevi di salutare il Sansin locale. C’e’ sempre la possibilita’ che vi visiti nei vostri sogni portandovi del insam (人蔘, 인삼, ginseng). Chi lo sa? Non si puo’ mai escluderlo!

Giorgio Olivotto
Photo di Chong Myo-hwa
Seoul, Corea
24 ottobre 2010

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