Un Fertilizzante della Crudelta’ Umana

In molte lingue variazioni nell’uso degli escrementi umani possono essere prese come un’insulto, ma nel passato queste variazioni erano utili fino a generare profitto. In molte societa’ agricole occidentali ed orientali gli escrementi umani venivano apprezzati come fertilizzante. Nelle culture occidentali, per millenni il letame umano e' stato considerato il migliore fertilizzante disponibile secondo solo al letame di piccione.
In Corea, fino agli anni ’60, il letame umano e' stato utilizzato come fertilizzante al punto che assicurandosene la fornitura spesso garantiva il successo del raccolto dell’annata. Evidentemente e naturalmente il letame veniva considerato una mercie di valore. In Corea c’e’ un detto: “Quando un cugino compra una risaia, ti viene il mal di pancia”, riferendosi non tanto all’invidia o alla gelosia per l’acquisto, quanto alla necessita’ di fornite al congiunto piu’ letame possibile. In altre parole, con l’acquisto della risaia il cugino necessitava di una quantita’ maggiore di fertilizzante, pertanto diventava necessario produrne di piu’ per aiutarlo.
Alcuni medici persino prescrivevano ai loro pazienti di consumare escrementi umani in modo da curare certe mallatie. Il Tongui Pogam (東醫寶鑑, 동의보감, 1613) un famoso trattato di medicina del periodo Choson scritto dal medico di corte Ho Chun (許浚, 허준, 1546-1615), suggerisce che l’avvelenamento provocato da carne avariata di manzo o di pollo deve essere curato bevendo una tazza di escrementi umani diluiti; altre ricette prescrivono che il bere una tazza di escrementi umani rappresenta l’antidoto migliore contro l’avvelenamento da funghi. Escrementi umani venivano regolarmente usati nel trattamento delle lesioni provocate da severe bastonate. Una storia ben nota qua in Corea dice che cantanti di musica tradizionale bevevano escrementi filtrati in modo da migliorare le loro prestazioni vocali. Famosi cantanti di pansori (판소리) come Park Tong-jin (朴東珍, 박동진, 1916-2003) e Im Pang-ul (임방울, 1905-1961), seguivano fedeltente l’antica pratica.

Una pagina del Tongui Pogam

Evidentemente, ci sono le eccezioni moderne che senza ombra di dubbio considerano gli escrementi umani come qualcosa di sporco e disgustoso. Questa attitudine coesiste con le positive qualita’ del letame nel passato, quando un modo per esprimere la propria rabbia era quello di gettare le proprie feci contro la persona odiata. Il monaco Buddhista Han Yong-un (韓龍雲, 한용운, 1879-1944), poeta e riformista, gettava un secchio di letame contro un impaurito nazionalista che assieme ad altri finiva in prigione per la sua resistenza contro il colonialismo giapponese (1910-1945). Nel 1978, gli operai della Dongil Textile (판권 소유) in sciopero, ricevevano secchiate di letame e persino venivano obbligati a mangiarlo dagli agenti padronali. Oggi nella storia delle relazioni sindacali coreane l’episodio viene ricordato come un’azione selvaggia.
Infatti, non e’ una sopresa il leggere che escrementi umani venivano nel passato usati come un’arma da guerra. Il punpo (분포) ed il kumjup (금즙) erano armi usate dalla milizia durante la dinastia Choson (大朝鮮國, 대조선국, 1392-1910). Il punpo consisteva in una scatola di bambu’ riempita di feci che veniva gettata contro il nemico dall’alto delle mura di cinta della citta’; il kumjup consisteva di escrementi umani fermentati per oltre un’anno che con il loro forte odore ed alto potere tossico avevano il potere di persuadere il nemico ad abbandonare l’attacco.
Alcuni mesi fa, due studentesse di scuola superiore venivano arrestate per aver assalito una coetanea non estremamente brillante ed averla costretta a mangiare feci nella toilette della scuola. Non e’ da escludere che le colpevoli di questa nefanda offesa volessero col loro gesto gettare escrementi sulla societa’ e sugli adulti che le trascuravano e che permettevano loro di essere cosi’ crudeli.
Giorgio Olivotto
Seoul, Corea
9 gennaio 2011

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