L’Era del ‘Made in USA’

Dopo la fine della Guerra di Corea (1950-1953), il cosidetto mercato libero all’interno del Mercato di Namdaemun (南大門 市場, 남대문 시장, Namdaemun Sijang, Mercato della Grande Porta Meridionale) apriva le sue bancherelle a Seoul. Era il luogo dove era possibile comprare merci americane che illegalmente uscivano dalle basi americane nel paese o erano state trafugate dagli aiuti americani al paese. Considerando che al tempo c’era poca merce prodotta in Corea, il mercato libero di Namdaemun era principalmente frequentato da chi poteva permetterselo, aveva soldi da spendere.


Il mercato di Namdaemun oggi


Era quello il tempo quando i coreani, scherzando, dicevano che avrebbero persino bevuto lisciva bastava che fosse di origine americana, perche’ il marchio ‘Made in USA’ era sinonimo di merce di lusso. Al mercato libero si poteva trovare quasi tutto, dallo scatolame, utensili di cucina, vestiario ai cosmetici e medicinali, e molte di queste merci erano completamente nuove per i coreani che non avevano nemmeno mai pensato che potessero esistere. Contrariamente al fatto che il mercato libero fosse un deposito di materiale illegale, c’erano piu’ di 1200 bancherelle che offrivano la merce. Solamente nel 1983, quando il governo apri’ le porte all’importazione di merci straniere, il mercato libero di Namdaemun perse il suo fascino fino a scomparire.
Il mercato libero era una finestra verso la liberta’ e la prosperita’ dell’America. La brillante merce americana ispirava nei coreani un sogno di ricchezza al punto da far spostare il loro goal verso l’educazione. Molti genitori dicevano: “Posso vivere mangiando avanzi e vestirmi di stracci, ma sono certo che daro’ ai miei figli un’educazione adeguata.”
L’ex segretario americano alla difesa Donald Rumsfeld (1932- ) nelle sue memorie Known and Unknown (Conosciuto e Sconosciuto) dice che i coreani sono influenzati da un senso di “amnesia storica” e non ricordano che hanno conquistato la loro liberta’ grazie alla partecipazione americana nella Guerra di Corea. Scrive che i giovani coreani devono ricordarsi che non sono in un campo di concentramento nella Corea del Nord solamente perche’ molti giovani americani hanno conbattuto nella ‘guerra dimenticata’ del 1950. Aggiunge che i coreani non possono negare l’influenza americana, positiva o negativa che sia, nel ricostruire il loro paese dopo le devastazioni della guerra. Rumsfeld non ha certamente torto!
Ma la memoria umana ha i suoi limiti. Secondo il psicologo tedesco Hermann Ebbinghaus (1850-1909) e le sue ‘curve della memoria’, un’individuo ricorda solo il 50 percento di quello che ha visto ed imparato un’ora prima; dimentichera’ l’80 percento dopo un mese ed il rimanente 20 percento rimarra’ vagamente in un’angolo della sua memoria. Quando i coreani usano il 20 percento del loro passato come una lezione, hanno fatto un grosso progresso. Oggi per molti coreani ‘Made in USA’ non ha piu’ un grande significato, ma cinquant’anni fa fantasticavano ed ammiravano tutto quello che arrivava dall’America e questo e’ qualcosa che non dovrebbero mai dimenticare.

Giorgio Olivotto
Foto Giorgio Olivotto
Seoul, Korea
18 settembre 2011

Nessun commento: