Un Pensiero sulla Disobedienza

Il 9 agosto del 1944, durante gli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale, il generale di fanteria Dietrich von Choltitz (1894-1966) veniva promosso a governatore militare tedesco di Parigi. Nella critica situazione nella quale le forze alleate, sbarcate due mesi prima in Normandia, stavano marciando verso Parigi, Adolf Hitler (1889-1945) aveva fermamente ordinato al generale, “La citta’ non deve assolutamente cadere nelle mani del nemico eccetto che completamente distrutta.” Ma von Choltitz disobedendo all’ordine si arrendeva alle forze alleate assieme ai 17 000 uomini al suo comando. Quando la notizia della resa raggiunse Hitler, si dice che abbia telefonato al generale urlando, “Parigi sta bruciando?”. La donada diede lo spunto nel 1966 al regista francese René Clement (1913-1996) per il titolo del suo film sull’occupazione tedesca di Parigi. Nelle sue memorie von Choltitz scrive che non voleva essere ricordato dalla storia come “l’uomo che aveva distrutto una bella citta’.”
Fin dall’inizio della storia, i militari hanno imparato la regola che l’ordine di un superiore deve essere assolutamente obedito senza discuterlo, L’Articolo 44 del Codice Criminale coreano prevede la pena capitale, l’ergastolo e piu’ di 10 anni di galera per coloro che “resistono o disobediscono un’ordine di un superiore nella situazione di confronto alle forze nemiche.” Tuttavia, alcune persone sono passate alla storia per aver ascoltato la loro coscienza e disobedito gli ordini.
Il generale coreano Kim Yong-hwan e’ ricordato come il generale che ha salvato la Tripitaka Koreana (八萬大藏經, 팔만 대장경, Palman Taejanggyong, Ottantamila Tripitaka)—un tesoro coreano e mondiale conservato nel tempio di Haein (海印寺, 해인사, Haeinsa, Tempio che si Riflette su un Mare Tranquillo) nel monte Kaya (伽倻山, 가야산, Kayasan), nella provincia meridionale del Kyongsang (慶尙南道, 경상남도, Kyongsangnam-do)—dall’essere ridotta in cenere disobedendo all’ordine del comandante delle forze dell’ONU che aveva chiesto di distruggere il tempio. “La Corea deve ritenersi fortunata nell’avere un militare come lui” gridavano coloro che lo acclamavano per aver giustificato la sua disobedienza citando l’importanza di quel tempio.



Tempio di Haein. L’archivio della Tripitaka Koreana


Oltre che questo episodio, ci sono altri episodi simili avvenuti in quel periodo. Il superintendente generale Cha Il-hyok salvava il tempio di Hwaom (華嚴, 화엄, Hwaomsa) sulle pendici del monte Chiri (智異山, 지리산, Chirisan), provincia meridionale di Cholla (全羅南道, 전라남도, Chollanam-do) dall’essere dato alle fiamme disobedendo l’ordine di un suo superiore dicendo, “E’ sufficiente un solo giorno per bruciarlo, ma ci sono voluti mille d’anni per costruire un tempio come questo.” In un’altro caso, lo stimato monaco buddista Pang Hanam, fece scudo col suo corpo ai soldati che avevano l’ordine di dare alle fiamme il tempio di Sangwon (상원사, Sangwonsa) sulle pendici del monte Odae (오대산, Odaesan) nella provincia di Kangwon (江原道, 강원도, Kangwon-do) dicendo che si sarebbe imolato lui stesso tra le fiamme del tempio. Questi episodi toccano il nostro cuore e, certamente non e’ di meno la storia di quegli ignoti soldati che ascoltando il monaco si ritiravano dal tempio dopo aver solamente demolito le porte dell’edificio principale.


Tempio di Hwaom. La lanterna di pietra ed il Taeungjon


L’abilita’ di disobedire agli ordini per seguire il proprio giudizio morale e’ una di quelle caratteristiche che ci rendono diversi dalle macchine, che sono state costruite per obedire agli ordini senza pensare.

Giorgio Olivotto
Seoul, Corea
Foto di Giorgio Olivotto
25 settembre 2011

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