Sui Campi Verdi

Nell’antica Grecia, le gare Olimpiche sono state piu’ spesso che mai manipolate nei risultati. Gli atleti passavano sottobanco ‘bustarelle’ ai giudici per garantirsi la partecipazione alle gare e poi passavano altre ‘bustarelle’ in modo da manipolarne i risultati e uscirne vincitori. Se venivano scoperti, la punizione consisteva nel versare una somma di denaro in modo da far erigere una statua del dio Zeus. Si dice che molte di queste statue esistevano ai bordi della strada che portava allo stadio Olimpico.
L’imperatore romano Nerone (37-68, r.54-68) fu uno dei piu’ famosi ‘bustarellari’ nella storia delle Olimpiadi greche. Nerone arrivo’ al punto da far sospendere i giochi per due anni perche’ non poteva parteciparvi a causa dei suoi impegni politici. Corre voce che Nerone si reco’ in Grecia per partecipare ai giochi prendendo parte a 1808 gare musicali e di guida di bighe vincendole tutte a 1808. La storia ci dice che in realta’ Nerone partecipo’ ai CCXXI Giorchi Olimpici nella gara del tethrippon (τέθριππον, biga a 4 cavalli), alla guida della sua biga personale a 10 cavalli, ma finiva fuori pista. Con l’aiuto di alcuni spettatori risaliva sulla biga e continuava la corsa senza riuscire a finirla perche’ i cavalli erano eccitati al punto da farlo andare fuori pista ancora una volta. Nonostante questo veniva dichiarato vincitore. L’imperatore che lo segui’, Galba (3 ac-69 dc, r.68-69), faceva notare che Nerone aveva passato una ingente ‘bustarella’ ai giudici in modo da essere dichiarato vincitore.
L’imperatore romano Caligola (12-41, r.37-41) era invece piu’ interessato alla violenza che al vincere competizioni atletiche. Fu quello che opponeva ai gladiatori bestie feroci in lotte brutali di forza fisica e chi osava criticare i suoi metodi o le sue decisioni nello scegliere i campioni veniva frustato con catene.
Si dice che le abitudini non si cambiano facilmente ed oggi ‘bustarelle’ ai giudici e la manipolazione dei risultati sportivi sono sempre all’ordine del giorno. Un gruppo di economisti dell’Universita’ di Innsbruck ha eseguito una ricerca dettagliata sulle manipolazioni dei risultati delle partite di calcio della tedesca Bundesliga e delle lege locali nella stagione 2000-2001. La ricerca metteva in evidenza che quando sembrava che la squadra di casa stava perdendo per un punto, l’arbitro la aiutava a pareggiare o a riscattarsi con una stretta vittoria. Quando le squadre chiedevano insistentemente falli e calci di rigore a loro vantaggio, nell’81 percento dei casi ve
niva accontenta la squadra di casa, mentre la squadra ospite veniva accontentata solamente nel 51 percento dei casi.
Qua in Corea alcuni mesi fa e’ venuto alla luce che l’ex allenatore della squadra di calcio della Korea University (高麗大學校, 고려대학교, Koryŏ Taehakkyo) passava regolarmente ‘bustarelle’ agli arbitri in modo da far vincere gli incontri alla sua squadra. Sembra che durante la stagione del campionato di calcio universitario 2008-2009 abbia manipolato a suo vantaggio il risultato di nove partite con la squadra della Yonsei University (延世大學校, 연세대학교, Yŏnse Taehakkyo), pagando agli arbitri la somma di 15 milioni di won (US$ 13 230). Quando un allenatore della Yonsei protestava violentemente con l’arbitro veniva fatto uscire di forza dal campo.
E’ incredibile e scorraggiante sentire come qua in Korea la corruzione abbia persino raggiunto i campi verdi di calcio dove si incontrano squadre universitarie.

Giorgio Olivotto
Seoul, Corea
16 ottobre 2011

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