Vita e Morte, al Giorno d’Oggi

Lo scrittore americano Neal Stephenson (1959- ) coniava nel 1992 la parola ‘avatar’ nella sua novella fantascientifica Snow Crash, nella quale veniva immaginato Metaverse, un futuristico mondo digitale. Un individuo per entrare nello spazio cibernetico doveva autotrasformarsi in un avatar, la sua reincarnazione digitale. Avatar trovava le sue origini nel termine Sansritto avataara (discendere da uno stato di esistenza superiore spirituale ad uno inferiore reale).
Oggi gli avatar si incontrano facilmente nel mondo virtuale della Web. La novella dello Stephenson ed il suo Metaverse dava all’avido giocatore virtuale e giovane imprenditore americano Philip Rosedale (1968- ), che aveva sempre sognato di creare col suo computer un mondo nuovo, lo spunto di cui aveva bisogno per realizzare il suo sogno. Nel 2000 Rosedale creava Seconda Vita, un mondo Web virtuale e senza frontiere che permetteva di vivere un’esistenza virtuale senza le pressioni, le restrizioni ed i pregiudizi della vita reale. Oggi, piu’ di 13 milioni di individui vivono una seconda vita in un mondo che non possono nemmeno sognare nella vita reale.
Tutti i mondi virtuali, in un modo o in un’altro, riflettono o imitano il mondo reale, la ‘prima vita’. Considerando che non passa giorno senza le angosce create dalle usuali preoccupazioni legate all’amore, all’odio, al tradimento e le grandi calamita’ della vita umana come le guerre, le dittature ed il terrorismo, e’ possibile che un coraggioso ed intrepido guerriero virtuale soffra in realta’ di una seria incapacita’.
Qua in Corea gli amanti del Web sono relativamente meno interessati al mondo virtuale e si rifuggiano piu’ facilmente nei giochi virtuali come Lineage (Stirpe) e World of Warcraft (Mondo della Nave da Guerra) e qualche volta i due mondi, quello ‘reale’ e quello ‘virtuale’, si scontrano in un modo inaspettato. L’anno scorso, una ventenne che virtualmente si identificava nel gioco Lineage 2 (Stirpe 2) col pseudonimo ‘Bi’ si suicidava. Un utente, che piu’ tardi veniva a conoscenza della tragica notizia, scopriva che il suo avatar era ancora vivo nello spazio cibernetico: la ventenne era seduta in un’isola sassosa, guardando serenamente nel blu profondo dell’oceano e per giorni e giorni, milioni di caratteri virtuali si sono riuniti intorno a quell’isola per rendere omaggio alla defunta.
La sua forma postuma forse poteva essere differente se avesse saputo che a quel tempo negli Stati Uniti era stato creato LegacyLocker (BloccoEreditario) un servizio virtuale che permetteva ai patiti dello spazio cibernetico di trasferire informazioni e proprieta’ virtuali ad un particolare erede. In pratica, l’aumento e la dipendenza al mondo virtuale ha generato la domanda di una commemorazione del defunto; ognuno puo’ ora lasciare eternamente nel mondo virtuale le sue impronte esistenziali e le sue memorie.
Oggi, vita e morte non sono piu’ cose ne semplici ne facili!

Giorgio Olivotto
Seoul, Corea
30 ottobre 2011

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